Tra il 31 maggio e l’1 giugno si è svolto a Testa dell’Acqua il Challenge di zona, momento di grande comunità e unione tra i noviziati della zona Aretusea.

L’evento nasce come una sfida con se stessi e con gli altri, come una possibilità per provare e mettere in atto le nostre capacità e competenze. Non per questo, però, come abbiamo ben imparato nel corso di questi due giorni, dobbiamo mai rifiutare una mano d’aiuto tesa verso di noi, un compagno che ci mette a disposizione le proprie capacità.
Le varie sfide, che coprivano una vasta rete di competenze, sono infatti state affrontate in gruppi da due o da tre persone, in modo tale che uno dipendesse sempre dall’altro, che non ci fosse mai solo l’io distinto del singolo ragazzo, ma la comunione tra il gruppo. L’uno è diventato il completamento dell’altro, e dove il primo peccava, l’altro era pronto ad affrontare la sfida e a mettere a disposizione le proprie competenze.
Abbiamo mostrato le capacità acquisite negli anni precedenti nelle numerose sfide di topografia, pionieristica, astronomia e in molti altri ambiti, arricchendole e ampliandole grazie anche a quelle dell’altro.
Tra cartine orientate, fiammiferi, rifugi e costellazioni, avrebbe dovuto apparire difficile dimenticarsi della gara in atto tra di noi, eppure, i momenti di comunità e di condivisione l’hanno reso possibile, e hanno trasformato il clima di competitività iniziale in un clima di grande amicizia e unione.
La volontà di aiutare il prossimo è infatti prevalsa molto spesso sulla rivalità, e ciò ci ha dato la possibilità di lasciarci alle spalle le tensioni e la competitività che per molti di noi hanno caratterizzato il reparto.
Il Challenge, dunque, ci ha aiutati a capire molto di noi stessi, delle nostre competenze e della capacità di chiedere e dare aiuto al prossimo senza paura.
Ma ci ha anche fatto capire che tutte quelle nozioni imparate al reparto non sono da accantonare, ma da sfruttare nel nostro nuovo cammino, affinché ci possiamo arricchire ancora di più portandole sempre con noi.
Perché, dopotutto, non ha senso seppellire i propri talenti per paura che scompaiano, bisogna sempre portarli con se, in modo che possano fruttare e moltiplicarsi.

Giorgia, Scolta Floridia 1